Da uno sfogo di Francesco Agostinis, co-Founder di LOOP SRL ed esperto di Facebook ads.

“I giovani d’oggi non hanno voglia di fare nulla” + “Quando ho iniziato o ti facevi il mazzo o non potevi avere successo” = “Ok boomer”.

Per favore, basta con questa retorica da anzianotti impauriti e/o fuori dal mondo.

1) Ci sono ragazzi che si impegnano un sacco per migliorare il proprio presente e futuro.
Ad esempio, ieri sera avevamo 130 persone connesse per un tutoring della nostra Ads School, età media sotto i 25 anni. 2h di formazione verticale e approfondimento, alle 21.00. Nessuno li obbliga, solo loro a voler partecipare.

2) Anche nel 2021 se ti fermi qualcuno ti sorpassa.

Migliaia di persone impazziscono ogni giorno di più per migliorare e questo avviene perchè l’unico modo di ottenere un successo, qualunque esso sia, è impegnarsi e costruire continuamente asset da monetizzare nel tempo.

In altre parole, si sfrutta l’interesse composto e fare ogni giorno un po’, porta grandi miglioramenti nel futuro.

Magari il modo di impegnarsi è diverso da quello di 20 anni fa, ma conta l’approccio, non gli strumenti.

Insomma, al posto di riempirvi la bocca con inutile populismo da tastiera, cambiate angolo di osservazione, vedrete un mondo migliore e vi arrabbierete di meno.

La presunzione di chi fa tali discorsi e se la prende coi “giovani” (che poi non si capisce mai: parlano degli adolescenti, dei ventenni, dei trentenni, dei quarantenni che sono i nuovi trentenni?) è pura retorica antidiluviana di chi non ha mai guardato oltre il proprio naso.

In genere sono persone refrattarie al cambiamento e spaventate dall’idea di modificare le proprie abitudini, perciò interpretano ogni cosa nuova come un attacco personale alla propria comfort zone – persino quando questa potrebbe avere ampi margini di miglioramento, ma pur di non uscirne la difendono con la benda sugli occhi.

La cosa ironica è che molti membri della vecchia generazione non si rendono nemmeno conto di aver costruito la società di oggi di cui tanto vanno lamentandosi.

Insomma, la colpa ricade sempre sugli ultimi arrivati.

E invece largo ai giovani!

Quelli che hanno voglia di fare, quelli che si mettono in discussione, quelli che affrontano le situazioni, quelli che vedono le opportunità, quelli che non si lamentano se inizialmente il guadagno è minimo.

In tutte le generazioni ci sono quelli pronti a crescere e quelli che non li si smuove nemmeno a cannonate.

130 giovani alle 21 a sudare in miniera non certifica una generazione, come non certifica un’altra perché quelli che hai incontrato fanno la paternale su com’era dura ai loro tempi.

Si deve saper cogliere il meglio da tutti e io, tutt’ora, imparo da persone di 27 anni come da quelle di 60, senza preclusioni o commenti sugli uni o sugli altri.

l’esperienza deve servire a supportare chi è giovane, in caso. Va condivisa, non segregata. Ma chi ha vera esperienza crede in se e a maggior ragione nei più giovani. Impara dai giovani, si fa contaminare, si forma con loro. E ci collabora.

mentre molti senior non solo non vogliono condividere la propria esperienza ma peggio ancora mancano di umiltà quando potrebbero dare e allo stesso tempo ricevere dai giovani. La vera discriminante è sempre quello, il mindset.